Anno didattico 2010 – Restauro del Portale della Chiesa dei Carmini a Venezia

Si è concluso il restauro del portale della chiesa dei Carmini a Venezia eseguito dagli allievi del corso per Collaboratore Restauratore dell’IVBC, con la partecipazione di alcuni allievi provenienti dalla Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana.  Il restauro è stato seguito dalla restauratrice Edvige Ancilotto in accordo con la Soprintendenza per i Beni Architettonici di Venezia e Laguna. Il lavoro è stato possibile grazie all’Unesco e al Comitato Svizzero per la Salvaguardia di Venezia

Cenni storici

Gli oggetti del restauro sono stati il Portale centrale seicentesco della Chiesa posto nella facciata principale e le due finestre laterali di epoca ottocentesca.

I materiali principali che costituiscono il portale e le finestre sono la pietra d’Istria e un calcare tipo Rosso di Verona tagliato in lastrine che compongono la fascia posta immediatamente sopra l’iscrizione “INDULGENZA PLENARIA OGNI GIORNO”.

Stato di conservazione

Le problematiche che interessavano i materiali delle opere in restauro, erano principalmente:

  • Depositi coerenti e incoerenti
  • Dilavamenti
  • Croste nere diffuse
  • Attacchi biodeteriogeni, sopratutto sul marcapiano principale e sui laterali
  • Depositi di guano e resti di nidificazione, in particolare dietro la statua della Madonna
  • Macchie da ossidazioni di ferro e rame, sul volto della Madonna e del Bambino e sulle piane delle finestre
  • Scagliatura e decoesione di materiale
  • Frammentazioni di materiale, alla base delle lesene laterali dei finestroni, nel fronte della statua e nella fascia di calcare rosso
  • Fessurazioni dovute a decoesione di vecchie stuccature

In un intervento precedente era stato applicato uno strato di malta, contenente del cemento, sui marcapiani centrale e superiori su cui erano inseriti dei pezzi di vetro colorato come mezzo di respingimento per i piccioni.

Grazie all’osservazione ravvicinata si è anche potuto constatare la differenza di qualità della pietra d’Istria del portale e di quella della statua della Madonna e del bambino, posizionata nella nicchia in epoca posteriore rispetto all’edificazione dello stesso.

Intervento

Una volta esaurita la fase di documentazione grafica e fotografica, l’intervento è iniziato con una verifica statica dei materiali e con la messa in sicurezza dei frammenti decoesi o addirittura staccati.

Si è passati quindi al trattamento degli agenti biodeteriogeni con la scelta di un prodotto  adatto al trattamento di alghe verdi e di alcune specie di licheni.

La fase successiva, preliminare alle operazioni di pulitura, è stata la riduzione meccanica delle croste nere.  I primi impacchi sono stati fatti impiegando la silice micronizzata come supportante per una soluzione basica di carbonato di Ammonio.  Si sono ripetuti gli impacchi con gel di silice, fino ad un livello di deposito in cui fosse necessario uno o due impacchi di sola carta scottex con soluzioni di carbonato di Ammonio per tempi più brevi.  Un ultimo passaggio per rifinire la pulitura laddove la maggior parte delle croste nere e dei depositi era già stata rim

ossa, è stato eseguito con l’impiego di Resine a scambio ionico di tipo cationico.

Numerosi sono stati i chiodi e altri elementi metallici, ad uso di sostegno per paramenti e festoni decorativi, asportati da tutta la superficie del portale.

Siamo intervenuti, poi, con una serie di microstuccature in resina epossidica caricata con quarzite superventilata, in seguito coperte con una maltina intonata per colore alla pietra d’Istria, che andassero a chiudere le fessurazioni createsi in quanto luoghi di origine di possibili e pericolosi degradi.

Dopo la rimozione dello strato di malta cementizia posto sul marcapiano si è potuto, in accordo con la Soprintendenza, sostituire le staffe di ancoraggio tra l;elemento architettonico centrale e quelli laterali posizionando così due nuove staffe in acciaio inossidabile negli stessi alloggiamenti.

La fascia centrale in calcare rosato, è stata trattata superficialmente, alla fine del lavoro, con un prodotto di tipo silossanico per dare una protezione finale e una leggera idrorepellenza.