Anno didattico 2010 – Restauro dei quattro angoli (parte bassa) dell’Oratorio Santa Margherita a Padova

Gli allievi, guidati dalle restauratrici Greta Schonhaut e Giorgia Busetto, hanno restaurato i quattro angoli dell’Oratorio di Santa Margherita di Antiochia a Padova. Il lavoro è stato diretto in accordo con la Soprintendenza per i Beni artistici delle province del Veneto.

Premessa

In accordo con la Soprintendenza, l’intervento di restauro ha avuto come oggetto i quattro angoli della navata centrale dell’Oratorio, ciascuno dei quali composto da quattro riquadri monocromi raffiguranti angeli, le rispettive cornici e le tre lesene, due laterali ed una centrale che li contengono ai lati fino ai capitelli in pietra d’Istria sottostanti la trabeazione. L’intervento non è stato esteso allo zoccolo e alle specchiature angolari se non nella primissima fase di pulitura al fine di poter intervenire in modo coerente con gli altri elementi lapidei che verranno sistemati in un secondo momento.

Il restauro è stato preceduto da una campagna di indagine fotografica, sono state eseguite fotografie dettagliate dello stato di conservazione prima dell’intervento, di documentazione delle varie fasi dei lavori e quelle di conclusione.

Sono stati eseguiti i rilievi grafici di tutte le parti in esame, compresa la pianta dell’edificio, che metteno ben evidenza i distacchi, le lacune, le fessurazioni, etc. I rilievi mostrano il diverso stato di conservazione dei quattro angoli dell’edificio con situazioni eterogenee di degrado sui quali verranno eseguite operazioni diverse di intervento.

Inoltre, Sono state eseguite delle stratigrafie a microscopio sui campioni prelevati delle paraste, marmorini e affreschi per chiarire la composizione dell’intonaco e la natura delle ridipinture.

Intervento

Il restauro  delle parti basse dell’Oratorio è cominciato dalle fasi di pulitura precedute da numerosi saggi di pulitura sui differenti materiali costitutivi.

Si è quindi proceduto ad una pulitura meccanica a secco in primo luogo seguita dalla pulitura chimica.  Quest’ultima ha richiesto l’uso del carbonato d’ammonio adattando concentrazioni e materiale supportante secondo la composizione del materiale da pulire.

Una volta conclusa la pulitura, gli studenti  hanno iniziato una fase di preconsolidamento delle superfici decoese per poi passare all’operazione di consolidamento, ad iniezione di maltine,  delle zone di distacco.

In fine, lacune e fessure sono state stuccate e ritoccate cosi permettendo la loro integrazione estetica.