Per dieci anni, dal 2006 al 2015, l’Istituto Veneto per i Beni Culturali è stato impegnato in Yemen, specificamente a Sana’a e a Tai’zz, nel restauro rispettivamente della Grande Moschea e della moschea al-Ashrafiyya.
Lo scopo del programma, concordato con il Social Fund for Devélopment, era quello di tutelare monumenti tanto rilevanti a livello storico artistico per le due comunità; di offrire opportunità lavorative a un gruppo di giovani; di rafforzare la cultura della conservazione, in modo da preservare per la popolazione dello Yemen un’eredità di bellezza. L’Istituto Veneto ha curato in seguito alcune pubblicazioni: la traduzione dall’inglese in italiano del libro L’antica città murata di Sana’a (2010) di Ronald Lewcock, e dall’italiano all’arabo di El Yemen, resoconto del viaggio effettuato nel 1877-78 da Renzo Manzoni, nipote del grande Alessandro.
Successivamente ci siamo proposti un nuovo obiettivo, più complesso e lungo: pubblicare una ponderosa descrizione dell’Arabia (dall’edizione inglese) e i diari di viaggio (in tre volumi, due dal francese e un terzo dal tedesco) di Carsten Nieburh, nessuno dei quali finora tradotto in italiano.
Nieburh faceva parte di una spedizione danese, la cui organizzazione rispecchiava lo spirito esplorativo europeo nell’età dell’Illuminismo e aveva lo scopo di acquisire una conoscenza diretta della geografia dell’Arabia Felix (l’odierno Yemen, appunto) e dei costumi dei suoi abitanti. L’impresa, iniziata il 7 gennaio del 1761, si rivelò una vera odissea, cui riuscì a sopravvivere il solo Niebuhr, il quale, tornato in patria il 20 novembre del 1767 si dedicò a divulgare le descrizioni paesistiche ed etnografiche e il patrimonio scoperto durante il viaggio.
Nel 2017, ricorrenza dei 250 anni del suo ritorno in patria, abbiamo pubblicato il primo volume dei diari di Carsten Nieburh.